Per la descrizione ho scelto le parole dell’ex direttore del parco archeologico di Paestum Gabriel Zuchtriegel:
“L’unica tomba con affreschi figurati che conosciamo da una città greca prima del IV secolo a.C., ancor più singolare per il soggetto rappresentato sulla lastra di copertura: un giovane che si tuffa, dall’alto, nell’acqua. La particolarità che rende la tomba del tuffatore un unicum enigmatico è l’assenza di ogni elemento narrativo, di qualsiasi attributo o indicazione che possa rilevare il significato di questa immagine; nessuna traccia di elementi mitologici, anche illeggibili che fossero. La ricerca tende a vedere nel tuffo una rappresentazione metaforica del passaggio dalla vita alla morte; un’interpretazione non priva di problemi: un linguaggio metaforico che non fa parte del repertorio attestato dalle fonti archeologiche in questa fase così remota dell’arte antica. L’immagine come metafora non esisteva – o se esisteva, la tomba del tuffatore ne sarebbe l’unico esempio; come se in un universo musicale dove esiste solo il contrappunto, all’improvviso apparisse un’opera basata su armonie e accordi”
La bellezza e l’interesse di scene di vita quotidiana così uniche si combina alla dimostrazione di forza e vigore, incurante dei modelli maschili imperanti. L’occasione per onorare, esaltare e comunicare nel modo unico di Nymphè un tesoro unico al mondo, patrimonio dell’Unesco dal 1997, di oltre tremilacinquecento metri quadrati di mosaici e 120 milioni di tessere. La meravigliosa struttura della villa scoperta intorno al 1950, dall’archeologo Gino Vinicio Gentili è una delle più lussuose residenze del mondo romano e uno degli esempi più significativi di dimora di rappresentanza, in cui il committente viene celebrato attraverso il ricco programma iconografico. I soggetti scelti sono le famose Palestriti, dieci atlete vestite di subligaria o cingola ella parte inferiore e strophia o fasciae pectorales nella parte superiore rossi o verdi. I loro corpi sono muscolosi e resi realisticamente, capelli sono raccolti o sciolti sulle spalle e recano in mano attrezzi relativi alle loro specialità atletiche: una figura regge gli halteres ossia i pesi utilizzati nel lancio del disco, una è intenta nella corsa, una coppia gioca con una palla colorata, un giudice invece regge una corona e una palma rivolgendosi verso un’atleta che regge una sorta di girandola. Lo sfondo è bianco e luminoso come il color rosa pallido dei corpi La bellezza e l’interesse di scene di vita quotidiana così uniche si combina alla dimostrazione di forza e vigore, incurante dei modelli maschili imperanti.
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