
L’anfora allungata con puntale è ispirata ad un tipo diffuso nella cultura romana tra I e II sec.d.C.. Al pendente è associata una lamina a forma di goccia su cui è inciso il primo verso dell’ode 37 del libro I di Orazio. La famosissima ode scritta dopo la morte di Cleopatra trae spunto da due fonti, un carne conviviale di Alceo che esultava per la morte del tiranno Mirsilo e l’epodo 9 di Orazio alla vigilia della battaglia di Azio.
Questa ode non celebra la morte di Cleopatra né tantomeno la voglia di ubriacarsi ma la gioia del pericolo scampato di un’altra guerra. La danza è un chiaro riferimento al tripudium – dal triplice battito del piede – dei Salii. I sacerdoti di Marte compivano un rito propiziatorio che prevedeva la danza e la processione con i dodici ancilia, i famosi scudi di cui uno era stato donato dal dio Marte al re Numa Pompilio. Vino e danza con piede libero per festeggiare il ritorno della pace e ringraziare gli dei!
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