Il tipo iconografico della donna con il disco al petto è comune nell’area Palestinese dall’XI al IVsec a.C. (Beth Shan-Megiddo-Gezer-Tell Gat) e nell’area Fenicia dal IX al IV sec a.C. (Tell Shiqmona-Sarepta-Akziv-Kayareb). La figura femminile nuda o vestita indossa una parrucca o un velo e con entrambe le mani sorregge il disco posto davanti ad entrambi i seni oppure al solo seno sinistro. Il tipo iconografico in terracotta è documentato sia in forma di statuetta che placchetta. Le statuette rinvenute nell’area fenicia hanno un corpo campaniforme e il disco al centro del petto è retto dalla mano sinistra mentre la mano destra sembra percuotere il disco. Spesso queste statuette sono state associate a quelle ben più antiche rinvenute in Mesopotamia risalenti al III millennio a.C. La mancanza di iscrizioni e fonti scritte rende incerta l’identificazione della figura interpretata in genere come divinità o come una timpanista. Difatti il disco è stato interpretato come piatto per le offerte o timpano. Per quest’ultima ipotesi, più accreditata, alcuni studiosi hanno preso come esempio strumenti a percussioni rinvenuti a Tello, in Mesopotamia descritti inoltre in testi che elencano feste e rituali in cui si fa uso del tamburo. Il contesto di ritrovamento non conferma l’una o l’altra interpretazione dal momento che molte statuette sono state rinvenute sia in luoghi di culto che anche necropoli. Questo lascia ipotizzare una loro funzione rispettivamente di ex-voto o di accompagnamento del defunto nell’aldilà.
Dott.ssa Francesca Cavallari
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