
Per grattugia s’intende lo strumento culinario così come lo si intende oggi, ma con diversi ambiti di utilizzo e funzionalità: strumento comune da cucina, strumento per la preparazione di bevande (ciceone) e pasti, e strumento per il simposio. Da non sottovalutare il suo probabile utilizzo in funzione apotropaica. Il bronzo risulta il materiale preferito, ma esistono esemplari in ferro, argento, rame e piombo. In contesti italiani manca solo quella in rame. Nelle sepolture la si ritrova associata preferenzialmente a vasi potori per la distribuzione e il consumo del vino. In santuari spesso è ritrovata nsieme ad oggetti che rievocano il cacio. In cucina insieme agli altri oggetti comuni che vi si possono ritrovare in antichitá. Le forme ricorrenti sono due: trapezoidale e rettangolare. La più comune è la rettangolare, mentre la più rara ed esclusiva dell’Italia antica è la trapezoidale. Di entrambe le forme esistono le loro varianti con i bordi ripiegati e non. L’arco cronologico di diffusione va dal VII sec. a. C. fino al III sec. a. C., ma è probabile anche una diffusione in ambiti più recenti”
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