📚 Approfondimento della dott.ssa egittologa Chiara Lombardi:
“Le più antiche e certe testimonianze su Iside risalgono ai Testi delle Piramidi, formule magico-religiose iscritte nelle quali Iside ha il ruolo di allattare il sovrano, è madre di Horus, e sorella di Osiride e Nephthys. Insieme a quest’ultima piange il sovrano/Osiride e assicura la riunione delle sue membra per la rinascita. Questa sua abilità, insieme alla sconfitta dell’ancestrale nemico del dio-Sole Ra, le valgono il titolo di “Grande di Magia”. In tutta la storia egiziana, tali caratteristiche fanno di Iside la moglie, la madre e la vedova perfetta, come si legge nel Grande Inno ad Osiride sulla stele dell’ufficiale Amenmose (Louvre C 286 – XVIII dinastia).
Alla fine della XVIII dinastia, Iside viene rappresentata non solo sui supporti funerari, ma anche sulle pareti che decorano le tombe, rafforzando la sua prerogativa di dea che accompagna il defunto nel suo viaggio nell’aldilà. L’assimilazione con le diverse divinità femminili, in particolare con la dea Hathor, le permettono di esprimersi anche nel mondo regale, in associazione con le regine che diventano sua manifestazione terrena. Sarà la regina tolemaica Arsinoe II ad enfatizzare quel processo che porterà Cleopatra VII a definirsi Nea Isis. Sul territorio della Campania romana, Iside diventa dea misterica e amorevole, dea universale, come cita l’iscrizione del II-III secolo d.C. proveniente da Capua, Te tibi, una quae es omnia, dea Isis, “a te sola, o dea Iside, che sei tutto”.
Reviews
There are no reviews yet.