Su oggetti preziosi come pendenti in lamina d’argento dorato, spille e bracciali vi sono spesso raffigurate teste femminili. Hanno il volto ovale e allungato, fronte bassa, mento arrotondato, labbra sottili dischiuse, un solco verticale che segna le guance, naso sottile e due ampie arcate sopraccigliari semicircolari con i grandi occhi a mandorla. La capigliatura è descritta da due bande di capelli a onde separate da una scriminatura centrale. Su monili in ambra intagliata, prodotti tra VII e V sec. a.C. sono riportati soggetti con tratti simili. Raffigurano solitamente la menade e la donna alata interpretabili come Arpie, sirene, striges o Lase che simboleggiano il mondo dell’aldilà che rapisce il mortale per portarlo alla vita beata. In ambito italico esistevano inoltre figure di culti e miti collegati al ciclo del sole ma anche trasposizioni di divinità orientali come Ishtar. Molto frequente è il motivo della Potnia Theron o Signora delle belve che consiste in una figura femminile stante affiancata da una coppia di leoni, uccelli, cervi o grifi poi assimilata ad Artemide. Quale simbolo di natura e potere si muove nella stessa sfera la Grande Madre frigia assimilata a Cibele. La costante volontà di rappresentazione o auto-rappresentazione della donna indica la possibilità che ricoprisse ruoli specifici e di prestigio nella società di 2.600 anni fa.
Kalyka con le trecce
la parure è caratterizzata da una “figura femminile che si tiene le trecce”. Il riferimento archeologico è da ricercare in un tipo di statuette di bucchero, parti di anse di vasi di bucchero di cui alcuni esemplari da Cerveteri e Falerii sono conservati al Museo di Villa Giulia (sale 9 e 36).
Una volta abbozzato un volto di tipo Orientalizzante con occhi a mandorla, capelli divisi in due bande da una scriminatura centrale per le due trecce ho poi provato ad intrecciare sottilissimi fili di cera per farne un prototipo di gioielli e ci sono riuscita!
100,00 €
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II gioielli sono in argento italiano 925 rodiato/placcato d’oro 18 Kt
La lavorazione nasce da un modello realizzato a mano usando lastre e sottilissimi fili di cera. Il prototipo è stato poi trasformato in metallo mediante l’antica tecnica della fusione a cera persa. Con le nuove cere ricavate dal calco del prototipo si ottengono nuovi prodotti di fusione che vengono poi rifiniti e lucidati a mano. La lavorazione termina con la rodiatura/doratura.
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