La coppa di Nestore

Il pendente è ispirato alla famosa coppa di Nestore ossia uno skyphos, con decorazione geometrica e due piccole anse impostate sotto l’orlo rinvenuta nel 1954 da Giorgio Buchner presso la necropoli di San Montano a Ischia antica Pithecusa o Pithekoussai. Probabilmente proviene da Rodi. È stata  Faceva parte del corredo funebre della tomba 168 appartenente ad un individuo maschile di 10-13 anni. È stata datata tra 730 e 725 a.C. La sua fama deriva dalla celebre iscrizione euboica che è una delle più antiche attestazioni di scrittura greca, la cui traduzione è:  «Io sono la bella coppa di Nestore; chi berrà da questa coppa sarà preso subito dal desiderio di Afrodite dalla bella corona». In essa si allude alla preziosa coppa d’oro di Nestore, re di Pilo, di cui si parla anche nell’Iliade (11, 632-‐ 7).

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Scheda Archeologica

La coppa in realtà è una kotyle o skyphos, con decorazione geometrica e due piccole anse impostate sotto l’orlo.

La sua fama deriva dalla celebre iscrizione euboica che è una delle più antiche attestazioni di scrittura greca. Probabilmente proviene da Rodi. È stata rinvenuta nel 1954 da Giorgio Buchner presso la necropoli di San Montano a Ischia antica Pithecusa o Pithekoussai. Faceva parte del corredo funebre della tomba 168 appartenente ad un individuo maschile di 10-13 anni. È stata datata tra 730 e 725 a.C.

Ho disegnato la scena con molta attenzione ai dettagli sulla base del noto particolare dipinto su un lebete nuziale in ceramica apula a vernice nera e figure rosse di pittore anonimo datato al 360 a.C. e conservato al Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

la scena può riferirsi ad una altrettanto divertente descritta da Apollonio Rodio nelle Argonautiche (III, 90-99) in cui la dea si lamenta di essere incapace di farsi obbedire dal bambino capriccioso e dispettoso: [.. Così parlò e ad entrambe Afrodite rispose: «Hera, Atena, mio figlio ubbidirebbe piuttosto a voi, non a me, giacché, per quanto sfrontato, un qualche ritegno per voi lo avrà pure negli occhi, ma di me non si cura, non ha riguardo e mi provoca sempre. Ho pensato addirittura, non potendone più della sua cattiveria, di fargli a pezzi, in sua presenza, l’arco e le frecce, tali minacce mi ha scagliato nella sua collera: se non tenevo ferme le mani, quando era ancora capace di dominare la rabbia, poi avrei avuto a pentirmene”..]

Dott.ssa Nunzia Laura Saldalamacchia

Materiali e Tecnica

Il pendente è interamente in argento italiano 925 rodiato

Ho creato io stessa il prototipo a mano osservando le immagini del reperto modellando la cera con il calore della fiamma della spiritiera. È seguita la fusione del modellino in argento e poi una lunga rifinitura a mano con lime e carta vetrata. Ho disegnato poi la decorazione pittorica del vaso e l’ho fatta incidere al laser sul prototipo. Con il modello così perfezionato è stato fatto un calco in gomma per riprodurre il pendente definitivo con la medesima tecnica della fusione a cera persa. La lamina di accompagnamento ha uno spessore di 1 mm ed è in argento italiano 925. È stata tagliata laser sulla base della forma tipica dello scioglimento delle iscrizioni sui vasi. Dopodiché ho fatto incidere al laser la famosa iscrizione in dialetto euboico da un lato e tradotto in italiano sull’altro lato. La lavorazione termina con la lucidatura a mano, la rodiatura e il montaggio al portachiavi o alla catenina roló entrambi in argento italiano 925.

 

 

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