l gioiello é una miniatura della famosa pagnotta carbonizzata a otto spicchi scoperta a Ercolano nel 1748 nella Casa dei Cervi oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
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I vari esemplari sono ritirati un po’ dalla loro forma originale per la perdita di liquido e l’improvviso scoppio di calore – stimato a 400 gradi. Il forno di mattoni in cui era collocato proteggeva parzialmente la pagnotta dalla distruzione della colata piroclastica che seguì l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. I tagli in spicchi, precedenti la cottura, rendevano il pane più facile da condividere. Lo spago facilitava il trasporto e la produzione di pagnotte della stessa misura.
Plinio (n.12. 33, 26) ricorda l’uso di timbrare il pane e anche questo ha un sigillo che riporta: “cELERIS.Q.GRANI / VERI.SER” (CIL X 8058, 18) “Celer, servo di Q. Cranius Verus”.
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Il signaculum è un timbro a lamina rettangolare con testo retrogrado a lettere rilevate ed è stato identificato a Roma nell’Antiquarium Capitolino Celere potrebbe essere lo stesso personaggio ed è noto per essere sopravvissuto all’eruzione infatti il suo nome compare in un elenco successivo di schiavi liberati.
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Quinto Granio Vero, appartiene ad un ramo della gens Grania probabilmente puteolana insediatosi ad Ercolano, dove risulta un fundus Granianus nelle tavolette Ercolanensi (TH 64 e 32).
Il timbro sul pane può essere un titulus officinae col nome cioè del titolare della struttura che produceva il pane, cioè il “pistrinum” (forno e mulino per panetteria),
Oppure può essere il titulus di proprietà cioè il nome di chi porta a cuocere in un forno pubblico l’impasto realizzato in casa.
Il pane stesso è importante in quanto dimostra che Celere possedeva la villa, nota come Casa dei Cervi, dove fu scoperto il pane.
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