Questa classe di dischi di bronzo decorati a giorno con motivo a ruota raggiata era largamente diffusa dall’Europa centrale fino all’Egeo e in particolare in Italia centro-settentrionale soprattutto durante la media e tarda età del bronzo.
Realizzati in filo, fusi e laminati erano oggetti portatori di valori espressi attraverso le forme più svariate, dai simboli fallici alle figurazioni antropomorfe e zoomorfe. Spesso tra le raffigurazioni animali ricorre l’immagine stilizzata del cavallo oppure dei volatili acquatici e il simbolo solare si affianca spesso, a volte sovrapponendosi ad essi. Molteplici simboli riconducono sempre all’immagine del sole, incontestabile oggetto di culto, quindi verosimilmente rappresentazione di una divinità. La figura del volatile, considerata primario veicolo di comunicazione tra sfera umana e sfera ultraterrena in molte religioni, sembra assumere valore divino già in epoca protostorica. Secondo antichi culti di origine orientale i volatili acquatici trasportavano la barca con il disco solare. Ocherelle o anatre sono raffigurate ad esempio sulla fascia esterna del pendaglio della collezione Spinelli da Suessula (attuale Acerra) proveniente da una ricca tomba femminile. Così la ruota raggiata rappresenta il ciclo del sole che viaggia su un carro condotto da uccelli attraverso il cielo dando origine all’alternarsi della luce e del buio, del giorno e della notte e infine del ciclo della vita e della morte. I pendagli dalla tomba 235 di Incoronata-San Teodoro in provincia di Matera, erano inseriti nella cintura. Il costume di quest’area gravitante sullo Ionio è caratterizzato da apparati ornamentali abbondanti e di grande impatto sia visivo che uditivo. Infatti dobbiamo immaginare che il bronzo dei pendagli in origine fosse di uno splendente color oro e che insieme a catenelle e anelli multipli avessero anche una funzione musicale tintinnando durante danze praticate in occasione di particolari cerimonie o festività.
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