Guerriero di Capestrano

Sublimi proporzioni: la storia raccontata dai dettagli della sua panoplia, la maestosità, un’anima italica e anticlassico: tutto questo è il Guerriero di Capestrano.

Il gioiello: una miniatura tridimensionale del guerriero in argento italiano 925 pieno, con minuziosi dettagli poi evidenziati dalla brunitura. Il pendente è montato ad una catena roll e una lamina di 1 mm di spessore  in argento italiano 925 tagliato in base alla forma del pilastrino su cui è incisa la nota iscrizione perfettamente riprodotta a mano e poi al laser.

Leggete nella scheda archeologica l’approfondimento della dott.ssa Andrea Di Giovanni

170,00 

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Scheda Archeologica

Il Guerriero di Capestrano è una scultura in calcare locale rinvenuta nelle campagne del piccolo paesino di
Capestrano in provincia de L’Aquila. Il reperto si colloca nell’orizzonte della statuaria del VI sec. a.C.
afferente all’ambito italico ma riferibile, tramite confronti, al panorama scultoreo, più ampio, della
protostoria Europea.
La statua venne rinvenuta a pezzi insieme ad un busto femminile nel 1934 da un contadino locale durante i
lavori di dissodamento del terreno. Evoluzione dei segnacoli tombali denominati menhir presenti nella vicina
necropoli di Fossa, il guerriero di Capestrano rappresenta l’ultimo anello di una lunga evoluzione che vide
l’antropomorfizzazione dei cippi funerari abruzzesi. Conosciamo il suo nome, Nevio Pompuledio, grazie alla
traduzione dell’iscrizione presente sulla colonnina destra della statua, tradotta grazie ad Adriano La Regina.

La scritta, in osco sabellico, recita: “Me bella Immagine fece Aninis (nome dello scultore) per il re Nevio Pompuledio” 

Con un patronimico come Pompuledio (compromesso volutamente per damnazio memoriae forse nel momento in cui avvenne il cambiamento sociale che vide la fine dei popoli e l’adozione di un sistema repubblicano) il guerriero si inserisce nel panorama del centro Italia che vede la radice del patronimico Pomp- arrivare fino a Roma con Numa Pompilio e sopravvivendo nel tempo fino Pompeo.

Alberto Calderini, Sergio Neri, Maria Ruggeri, Guerrieri e Re dell’Abruzzo antico, Pescara, Carsa, 2007
Luca Moretti, Nevio Pompuledio guerriero. Come ogni amore di cui si teme l’estinzione,
in www.terranullius.it
Paolo Brogi, Si chiama Nevio Pompuledio ma è Numa Pompilio?, da Corriere della Sera del 1 ottobre 2004
Marialuce Latini (a cura di), Il Museo archeologico nazionale d’Abruzzo di Chieti, in Abruzzo guida storico-
artistica, Pescara, Carsa, 2003
Marisa Uberti, Due passi nel mistero il libro, I vol. Antiche Civiltà 2012
Goffredo Palmerini, Il Guerriero di Capestrano e la “reggia” creata da Mimmo Paladino, in www.italiani.ca

Materiali e Tecnica

Il gioiello è in argento italiano 925 brunito

I prototipi sono stati realizzati sulla base di disegni digitali eseguiti sulla base del confronto tra diverse foto dei reperti originali. Dopodiché i disegni sono stati rielaborati per la stampa 3D. I prodotti stampati in resina sono stati usati per la lavorazione di calchi in gomma dai quali trarre le cere. I modellini in cera vengono fusi in metallo secondo l’antica tecnica della fusione a cera persa. I prodotti di fusione vengono rifiniti a mano, segue la saldatura di altre parti e la lucidatura. La lavorazione termina con la rodiatura o la doratura.

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